SOMMARIO Vialba è tra i borghi più antichi, di cui è rimasta un’eredità preziosa: la villa Scheibler con il suo oratorio. Sorse come casino di caccia di Ludovico il Moro, poi lungo i secoli divenne dimora sempre più signorile. Per decadere a lungo nel XX secolo. La rinascita è un esempio di restauro ottenuto con la partecipazione di fondi europei e di riutilizzo a scopi sociali. I quartieri popolari hanno preso il posto del borgo antico, ma almeno in questo caso sono stati pensati con criterio
di Massimo Pozzi
Le prime informazioni disponibili di Vitalba o Villalba (Villaggio Bianco) risalgono al 20 maggio 915: in una permuta avvenuta tra l’abate di Sant’Ambrogio e un certo Orsone si concedeva a quest’ultimo la possibilità di costruire un “castrum”, un castello.
Vitalba era parte della pieve di Bollate o pieve di San Martino che compare per la prima volta nella storia nel codex diplomaticus Langobardiae dove si annota una vendita di terreni avvenuta nel 926. Una pergamena del periodo basso medievale attribuisce la fondazione della pieve, sebbene con alcune imprecisioni, a Gelasio I, un papa importante sebbene abbia regnato solo 4 anni, già nel 426.
Nel 1070 Vialba, sede di un castello, compare tra le proprietà della signoria di Wilfredo per poi non apparire più in altri documenti tanto che si pensa che la costruzione originale possa essere andata distrutta pochi anni più tardi ad opera di Federico Barbarossa durante le due fasi dell’assedio di Milano.
Documenti databili tra e tra il 1465 e il 1494 dimostrano la presenza di un casino di caccia di proprietà di Ludovico il Moro. Da questo momento il casino di caccia diventa un’ambita proprietà per le famiglie nobili che si susseguono nel corso dei secoli. Per due motivi: la fertilità delle terre che facevano di questi luoghi un ottimo investimento agricolo e la possibilità di avere una fastosa residenza estiva di campagna in cui soggiornare.
Dall’inizio del 1500 fino a circa il 1650 la villa appartenne alla famiglia Del Maino, che fa ampliare la facciata della villa e dipingere i soffitti di legno con decorazioni.
Nel 1559 Ippolito Del Maino estende la proprietà a 1000 pertiche milanesi (circa 6 ettari) iniziando a coltivare i terreni a foraggio e vite grazie all’apporto perenne di acqua fornita dal torrente Pudiga. Intorno alla casa padronale vengono costruite piccole cascine e stalle dedicate all’attività agricola.
Nel 1605 il Cardinale Federico Borromeo visita la chiesa della villa e relaziona, ordinandone il restauro con la creazione di una sacrestia, di una pavimentazione piastrellata, di decorazioni nella cappella e sulle pareti. I lavori di restauro richiesti dal Cardinale vennero eseguiti oltre 70 anni dopo, nel 1678, dalla famiglia Longo che pochi anni prima, nel 1669, aveva acquisito la proprietà della villa e delle cascine rimanendo padrona del complesso fino alla fine del 1700. Nella chiesa sono aggiunti i vetri e le inferiate alle finestre.
Durante il periodo in cui la famiglia Longo è proprietaria della villa fa costruire il portico interno a cinque arcate con colonne in granito, amplia il corpo centrale realizzando lo scalone d’onore che porta al primo piano della grande sala e al piano sopraelevato. La proprietà viene infine estesa a circa 2000 pertiche con l’acquisto di nuovi terreni coltivati a alberature a filare.
Nel Catasto Teresiano del 1751 il comune di Vialba contava 175 residenti aumentati a 194 con l’aggiornamento del 1772. Nel 1791 la villa è acquistata dalla famiglia Melzi Mazzenta che si ricorda per aver abbellito la chiesa nel 1825 nel cui interno venne posta una Pala d’Altare con Madonna con Bambino, opera dei primi anni del Seicento del pavese Giambattista Tassinari, oggi conservata nella chiesa della Resurrezione di via Longarone.
L’8 giugno 1805 Vialba è declassata a comune di III classe contando solo 202 abitanti. Il 4 novembre 1809 al comune di Vialba viene aggregato il comune soppresso di Cassina Triulza e la popolazione aumenta a 285 abitanti.
L’8 novembre 1811 il comune di Vialba viene soppresso e aggregato al comune di Bollate. Ricostituitosi il 2 febbraio 1816 viene nuovamente soppresso il 2 settembre 1841 e aggregato al comune di Musocco raggiungendo una popolazione totale di 1192 abitanti nel 1859.
Nel 1881 la villa di Vialba venne acquistata da Emilio e Felice Scheibler. La proprietà acquistata comprendeva circa 3000 pertiche (1.963.500 Mq). Nel 1883 Emilio Scheibler muore e tutta la proprietà passa al Conte Felice Scheibler unico erede in vita della famiglia. Egli crea nella villa di Vialba un luogo di sfarzo grazie alla collaborazione col Marchese Antonio Citterio mentre nelle cascine antistanti la vita agricola continua sui terreni di proprietà della nobile famiglia.
All’inizio del 1900 Milano va incontro a una rapida espansione con conseguente trasformazione del contesto agricolo che inevitabilmente favorisce il processo di declino della villa e dei terreni coltivati con la conseguente cessione da parte degli Scheibler delle proprietà alla Società Anonima Quartieri di Vitalba.
Nel 1927 la villa in declino e i terreni vengono acquistati dal Comune di Milano che nel 1929 inizia la costruzione del vivaio comunale destinato alla riproduzione di piante ad alto fusto e arbusti che una volta cresciuti venivano trasferiti e destinati ad abbellire i parchi e le vie della città.
Il vivaio comprendeva una superficie di 159.000mq. Inaugurato il 2 aprile del 1930 era suddiviso da una fitta rete di 6000 metri di viali e canali d’irrigazione alimentai dal torrente Pudiga e da una derivazione del Canale Villoresi.
Dal 1873 al 1923, anno dell’aggregazione degli 11 ex comuni limitrofi, la popolazione milanese era quasi triplicata e su quelli che erano gli ex terreni del Conte Scheibler tra il 1938 e il 1939 vengono costruite le case minime. Erano piccole palazzine di tre piani disposte in modo lineare con una capacità abitativa così condensata da riuscire a raggiungere la vetta di 958 alloggi.
Il 17 giugno 1940, le case minime vengono scambiate per avamposti militari e subiscono il primo bombardamento francese sul suolo milanese anche se le bombe fortunatamente non colpiscono come avrebbero dovuto.
Negli anni della guerra in zona arrivano gli sfollati della città. Vanno a occupare alcuni caseggiati agricoli ormai disabitati, Villa Scheibler, la zona adiacente le Ferrovie Nord Milano e il confine con Novate Milanese, dando vita a una sorta di baraccopoli.
Nell’immediato dopoguerra la domanda di abitazioni diventa elevatissima e la gente arriva pesino ad occupare le cantine delle case minime. È tempo di costruire, è tempo di espandersi. Qui inizia la definitiva trasformazione di Vialba da antico comune agricolo a quartiere della città.
Nel 1950 il Comune di Milano decide di fare edificare un isolato di abitazioni popolari in largo Boccioni, per un totale di 320 nuovi alloggi. Tra il 1951 e il 1956 vengono edificate le case di via Orsini e Via Cogne che aggiungono altri 440 alloggi. Tra il 1956 e il 1959 viene abbattuto tutto il vecchio borgo rurale e viene realizzato il nuovo quartiere Vialba I che secondo il progetto architettonico doveva venire realizzato come un “paese autosufficiente” con una via commerciale, un centro sociale, spazi verdi semi-pubblici all’interno degli isolati residenziali.
Vengono realizzati 995 alloggi, di cui 155 riscattabili e 840 in affitto semplice che saranno comunque quasi completamente riscattati dagli abitanti nel corso degli anni settanta e ottanta. Nel 1967 Gescal realizza Vialba II dando vita alle case di via Longarone che ospitano altri nuovi 709 appartamenti destinati al riscatto in proprietà. Con questo ultimo intervento venne saturato tutto il territorio disponibile a Vialba e a Quarto Oggiaro nella forma che ancora oggi conosciamo. Tra il 1984 e il 1990 vengono abbattute tutte le case minime e progettate nuove case popolari da parte del comune di Milano. Nel decennio tra il 1990 e il 2000 in tutta l’area delle case minime vengono realizzati altri 1105 appartamenti.
Ritornando alle sorti della gloriosa Villa Scheibler, dopo la fine della guerra viene abbandonata anche se a più riprese il comune di Milano nel 1964, tra il 1979 e il 1981 e nel 1993 tenta alcuni Interventi di restauro iniziati e interrotti per mancanza di fondi che fanno sprofondare la villa in un lento ma costante degrado fino ai primi anni 2000.
Nel luglio 2005 il parco con i suoi 150000mq è rimesso a nuovo, creata una nuova fontana di fronte a villa di prossima alla ristrutturazione. Il Parco è inaugurato il 15 luglio 2005 alla presenza del vice sindaco di Milano.
Con il progetto Urban II della comunità europea e con i fondi di rotazione dello stato la villa Scheibler viene ristrutturata a partire da ottobre 2006 e restituita ai cittadini nella sua veste attuale a giugno 2008. Nella villa ha sede casa delle associazioni e del volontariato del municipio 8 inaugurata il 16 ottobre 2010, il centro studi PIM, Fondazione Welfare Ambrosiano.
Nella chiesa sconsacrata si celebrano oggi i matrimoni civili e la stessa chiesa insieme alla sala al primo piano della villa vengono utilizzate dalle associazioni per promuovere eventi gratuiti per i cittadini. I locali delle ex scuderie che una volta ospitavano il comando della Polizia Municipale sono oggi utilizzati dalle associazioni per fare laboratori e corsi.