SOMMARIO S’intitola “Dai borghi alla città, dalla città ai quartieri, 1923 – 2023”. È il primo documentario (durata: 1h e 30 min.) sull’aggregazione degli 11 Comuni esterni a Milano, esattamente un secolo fa, avvenimento epocale che ha cambiato profondamente la città. Intervistati numerosi storici dell’Associazione Antichi Borghi Milanesi. Emerge una Milano poliedrica e insospettata poiché poco rappresentata e ancora meno conosciuta, eppure ricca di arte, monumenti, paesaggi storici e rurali, identità locali. I interrogativi sul suo futuro
di Edo Bricchetti
Le fotografie che illustrano l’articolo sono fotogrammi tratti dal film per gentile concessione di 3D Produzioni srl. Cliccare sulle immagini
Esattamente un anno fa, il 14 dicembre 1923, Milano aggregava a sé i 12 Comuni esterni che circondavano la città. E proprio il 14 Dicembre 2023, a 100 anni da quella storica data, il Comune di Milano ha presentato il suo docu-film sugli ex Comuni esterni, il primo e unico esistente sull’argomento. Titolo: “Dai borghi alla città, dalla città ai quartieri, 1923 – 2023”. La proiezione del film, della durata di un’ora e mezza, si è avvalsa del commento puntuale e circostanziato di Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura. Sono stati illustrati, borgo per borgo, i Comuni di Affori, Baggio, Chiaravalle, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno, Vigentino.
Dalla proiezione è emersa la figura di una Milano poliedrica, dai mille volti, rurali e urbani nel contempo. Una Milano insospettata poiché poco rappresentata, poco conosciuta: la Milano dei sobborghi, a metà strada fra campagna e industria. Una Milano che condivideva, nonostante l’aggregazione, la sua storia di borghi con gli avvicendamenti sociali delle grandi trasformazioni industriali, ma anche con gli sfilacciamenti di una realtà rurale in rapida dissoluzione di fronte all’avanzamento della “Città che sale”. Non sono mancati momenti di forte coinvolgimento a fronte di storie di vita e lavoro delle comunità che popolavano l’area dei Comuni esterni. Si è visto chiaramente lo stravolgimento di una città a misura d’uomo cambiare i propri ritmi di vita quotidiana e, insieme ad essa, il corollario di chiese, ville, cascine, piazze, vie, nuclei abitativi. L’ineluttabilità di queste trasformazioni ha lasciato un vuoto esistenziale, riempito solo di modernità (diremmo noi quale modernità?), e una domanda: ma per essere “moderni” bisogna inevitabilmente cancellare l’identità di un luogo, di una comunità? Il paragone con la realtà attuale di quei quartieri si è fatto stridente nel corso del racconto, soprattutto ha lasciato sul terreno forti perplessità e forti dubbi circa le scelte urbanistiche e sociali seguite fino ad oggi.
Oltre l’anniversario
Piuttosto, se un’osservazione può essere avanzata, con il dovuto rispetto di chi ha lavorato così egregiamente attorno a questo tema, è che è mancato un accenno più circostanziato al Comune dei Corpi Santi, poco al di là della cinta bastionata spagnola (oggi piena città), e che funzionò come filtro tra la centralità della città e la fascia rurale dei Comuni esterni. E’ qui che è avvenuta nel 1873 quella forte dissoluzione di spazi e socialità (molto sofferta per la verità), quella stessa che ha poi preparato l’annessione dei Borghi esterni. La conclusione del documentario ha lasciato un vuoto e un cruccio circa il futuro panorama cittadino, soprattutto una preoccupazione su come si agirà in futuro perché gli anniversari non segnino un punto di non ritorno, ma che spingano a riflettere, e a far riflettere chi di dovere, su come guardare in avanti e procedere più saggiamente di prima. E, come sosteneva David Maria Turoldo, non guardare al vissuto come “un tema da salotto”, ma come ad una “questione di vita o di morte”, una “parola d’amore sussurrata”.
Il riscatto delle periferie
Certo, la modernità ha i suoi tempi, le sue esigenze, ma non sempre questo deve comportare necessariamente la distruzione di ciò che così orgogliosamente si è costruito nel tempo, annullando di fatto il senso di appartenenza e di condivisione di uno spazio di vita comune. Si parla spesso di processi di cittadinanza attiva, ma un conto è parlarne, un conto è attuarli o, per lo meno, favorirli. Qualche volta, per guardare avanti, come diceva il maestro Giovanni d’Anzi, l’autore di “O mia bela Madunina”, bisogna fare qualche passo indietro per recuperare il senso di quello che “è stato” e che, in molti casi, potrebbe suggerire modi di vita e modi di abitare lo spazio con più discernimento e discrezione. Quei Comuni sono ora dei quartieri periferici, dissolti nell’anonimità di certe costruzioni pensate solo per stipare dentro i suoi “loculi” abitativi moltitudini di persone provenienti dalle campagne o dalle nuove ondate d’immigrazione al servizio della grande industria. Quei borghi, oggi periferie cittadine, sono stati abbandonati a sè per molto, troppo tempo. E’ vero anche che in parecchi casi hanno cercato di “sopravvivere” all’estraneità che si percepiva in quei luoghi, non certo di vivere pienamente il proprio luogo. Fa tenerezza constatare come alcuni quartieri periferici, un tempo borghi, abbiano inventato una propria nuova vita in assenza di strategie urbane, inventandosi nuove centralità a dispetto di tutto e tutti. Sono queste identità che bisognerebbe ora ricostruire riscattandole dall’invadenza della città, una sorta di rivalsa storica.
D’altro canto è lo stesso Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi che esorta, al termine della proiezione, come commento finale, di non dimenticare ciò che non vuole essere dimenticato. L’evento, promosso nella ricorrenza del 100° anniversario dell’aggregazione dei Comuni esterni e del 150° anniversario dell’aggregazione dei Corpi Santi di Milano (qui nel film poco trattato), ha concluso il palinsesto comunale riguardo il doppio Centenario. Oltre a Tommaso Sacchi, la visione del film, avvenuta alla presenza di un folto pubblico al Cinema Arlecchino, è stata introdotta da Luca Gibillini, del Gabinetto del Sindaco del Comune di Milano, Didi Gnocchi, CEO 3D Produzioni, Roberto Pisoni, Sky Entertainment Channels Senior Director di Sky Italia.