Piazza Belloveso completamente ristrutturata dal Comune: via le auto, isola pedonale, più alberi e arredo elegante. E la chiesa di San Martino spicca con la sua bianca facciata come un tempo…
Piazza Belloveso, dedicata al principe celtico dei Biturgi Cubi che ha fondato un villaggio “in mezzo alle terre”, (nome latino Mediolanum) è diventata una bella piazza di Niguarda. Lavori di sistemazione del verde e di ristrutturazione dello spazio le hanno dato un nuovo volto. Fino a qualche mese, la piazza fa conteneva un giardino con ampie chiazze di terra spelacchiata, con pochi alberi e arredo vecchio, vecchissimo; intorno, le auto parcheggiate abitualmente sui marciapiedi, tanto da rendere difficoltoso il transito ai pedoni; isola pedonale inesistente, lo sguardo prospettico verso la storica chiesa umiliato da squallore, incuria, disinteresse. Tale piazza sgangheratissima era pur sempre attigua all’ampio sagrato del secolare tempio dedicato a San Martino.
Sappiamo bene quanto quest’ultimo (un altro gallo) fosse protettore dei poveri e povera è sempre stata questa stessa chiesa senza pretese, priva di importanti opere artistiche ma proprio per questo da rispettare, perché parla del basso tenore di vita un tempo tipico dell’area Niguarda, dove peraltro le opere di pregio non mancano, come per esempio la sala del Tiepolo nella non lontana villa Clerici.
Delle diverse chiese presenti a Milano dedicate a san Martino (almeno tre e tutte nei borghi: Greco, Lambrate, Villapizzone, più oratori sparsi) questa è la più sobria. Risale al XIII secolo; nel XVII secolo, dopo la peste del 1631, fu rifatta e ampliata e anche nei secoli successivi vi furono dei lavori di continua sistemazione e abbellimento, sempre con la partecipazione di tutta la comunità parrocchiale. Le decorazioni interne sono degli anni ’60 del Novecento. Insomma, è un po’ il duomo di Niguarda, ci ha messo secoli per arrivare alla forma attuale.
Davanti alla chiesa si apriva il borgo, molto pittoresco. Si avvaleva della “Curt di Gerusa” con la “Trattoria Corona”, di cui esistono fotografie che qui pubblichiamo, datate primi decenni del ‘900. Subito dopo c’era un ponticello sul fiume Seveso, mentre più avanti c’era e c’è tutt’ora la scuola elementare costruita quando Niguarda era un Comune. Tutto, eccetto la scuola, che addirittura riporta lo stemma di Niguarda, è stata demolito, ahinoi.
La restituzione della piazza alla dignità a cui ha diritto attenua le ferite del tempo e dell’incomprensione. Ora il giardino è un luogo piacevole dove passarci. E tra l’altro è stato pure ingrandito.