Di fronte alla chiesa dell’Assunta al Vigentino si apre uno “slargo” che potrebbe essere difinito piazza se… ci fosse. Davanti a una chiesa di notevole importanza storico-artistica, in genere, ed è questo il caso, la piazza non manca mai, è quasi una regola urbanistica universale. A parte il guadagno estetico e il contestuale paesaggio urbano, la piazza è uno strumento pedonale piacevole e civile atto anche a consentire l’incontro. Al Vigentino la regola universale non vale. Per la verità non vale per diverse delle chiese antiche e dei monumenti dei borghi milanesi.
Semplicemente ci si dimentica della piazza, ci si scorda della comunità. Si preferisce dare spazio a una dozzina di posti auto. Ci si scorda delle lezioni all’università. Oggi, lo spazio davanti alle chiese è spesso di tutto fuorché una piazza: è parcheggio, carreggiata, è luogo comunque riservato alle automobili. All’interno del tempio, tanto per dire, c’è un po’ di storia dell’arte. Vediamola. Vi hanno operato fra i maggiori esponenti dell’alta scuola pittorica lombarda: il Cerano, alias Giovan Battista Crespi (1573-1632) e Girolamo Ciocca (1569-1630), qui autore di tre tele. L’Altare del Rosario è un capolavoro di arte barocca in legno dorato. E pensare che era una delle chiese preferite di San Carlo Borromeo, il quale com’è noto non faceva molta distinzione fra centro e periferia, favorendo l’uno e snobbando l’altra. Al Vigentino adattare l’aiuola triangolare già presente davanti alla chiesa, in questo caso non disturberebbe minimamente la viabilità. En passant si potrebbe osservare che le chiese moderne spesso sono progettate senza la piazza davanti, ma questo è un altro discorso.
Tra l’altro, qui non ci sono commercianti che protestano quando qualcuno avanza l’idea di istituire un’isola pedonale. Semplicemente, si sente il vuoto di un’idea di città, anche quando la storia e l’arte addirittura lo imporrebbero. E, visto che non esiste una via dedicata all’ex Comune e poiché una via dell’Assunta dedicata alla chiesa già esiste, la si potrebbe chiamare “Piazza del Vigentino”. Questo tanto per non fare un torto a un toponimo che ha ormai mille anni e per regalare al quartiere una piazza storica che peraltro non possiede.
Roberto Schena Michele