SOMMARIO Boldinasco nel 1923 era parte dell’ex Comune di Musocco: ne condivise il destino di aggregazione a Milano nel modo peggiore, in pratica quasi scomparendo dalla faccia della Terra. Oggi sopravvivono tre angoli sparsi, tre schegge soltanto di un passato che invece fu incredibilmente fertile: la chiesa dell’Addolorata, un pezzo di cascina Boldinasco (peraltro in degrado) e il tratto dell’ex cascina Pobbia. Ma sono tre tagli scenografici: i più belli del quartiere (se non li si rovina con restauri sbrigativi)
a cura della Fondazione “Carlo Perini”
Di Boldinasco si hanno le prime notizie a partire dal secolo XIII. La località, dal nome di origine germanica, citata per la prima volta in un documento come appartenente al mandamento di Bollate, era un comune autonomo con una superficie territoriale di 208 ettari. La toponomastica fa risalire il nome proprio dal germanico Boldin, con suffisso -asco.
La forma Boldinaa (di cui lo stesso Boldinasco potrebbe essere derivato diminutivo/appertinentivo in -asco) presupporrebbe un antecedente Bŏldīnātĭ-s (celtico “dosso del colpo, squillo di campana, di tromba, dardo, bagliore, scintillio di sole, colpo d’occhio”) oppure Bŏldinātŭs (gallico Bŏldinātŭ-s – celtico Bŏldinā-iātŭ-s “guado del colpo, squillo di campana, di tromba, dardo, bagliore, scintillio di sole, colpo d’occhio“).
In tutti i casi il termine di confronto dovrebbe essere il medioirlandese buille “colpo; squillo (di campana, di tromba); dardo, bagliore, scintillio di sole; colpo d’occhio“.
Successive notizie storiche compaiono nel 1346 col nome Boldinascho.
Sotto il profilo della circoscrizione territoriale religiosa milanese apparteneva alla Pieve di Trenno, nonostante quest’ultima, a partire dal XIV secolo, data la sua posizione centrale, iniziò a risentire dei primi ridimensionamenti territoriali: alcune sue parrocchie vennero divise tra la pieve di Bollate e quella di Cesano Boscone. Boldinasco, tuttavia, rimase di pertinenza della Pieve di Trenno.
Con la legge 26 marzo 1798 di organizzazione del dipartimento d’Olona (legge 6 germinale anno VI a) il comune di Boldinasco, con la frazione Cassina Comini, venne inserito nel distretto di Baggio. Anche in seguito alla successiva legge 26 settembre 1798 di ripartizione territoriale dei dipartimenti d’Olona, Alto Po, Serio e Mincio (legge 5 vendemmiale anno VII), Boldinasco rimase nel dipartimento d’Olona, compreso nel distretto di Rho.
Il Comune, in forza della legge 13 maggio 1801 di ripartizione territoriale della Repubblica Cisalpina (legge 23 fiorile anno IX), venne poi incluso nel distretto I del dipartimento d’Olona, con capoluogo Milano. Con l’attivazione del compartimento territoriale del Regno d’Italia (decreto 8 giugno 1805 a) Boldinasco rimase nel distretto I di Milano, inserito nel cantone VI di Milano: comune di III classe, contava 263 abitanti.
Nel 1808, in età napoleonica, il Comune di Boldinasco venne soppresso e incluso nel Circondario esterno del comune di Milano (decreto 9 febbraio 1808 b). Il 12 luglio 1844 fu ricostituito il Comune di Boldinasco con il Compartimento delle Province lombarde del regno Lombardo-Veneto, che comprendeva la frazione Cassina Comina, fino a quando con il Regio Decreto (R.D.) N. 4839 del 17/01/1869 fu definitivamente aggregato al comune di Musocco insieme agli altri territori dei soppressi comuni di Garegnano, Villapizzone, Cascina Triulza e Roserio in provincia di Milano. La sua cessazione entrò in vigore il 10 marzo 1869.
La demografia dal ‘700
Grazie all’evoluzione del sistema catastale voluto dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria è stato possibile risalire ai primi dati sulla consistenza della popolazione di Boldinasco nel 1771, in numero 67 abitanti.
I successivi dati sulla sua popolazione risalgono al 1857, quando contava 602 abitanti, di cui 304 maschi e 298 femmine. Al primo censimento nazionale del 1861, Boldinasco vantava invece una popolazione di 632 unità di cui 318 maschi e 314 femmine con una densità territoriale pari a 299 abitanti per kmq. La popolazione era sparsa nelle frazioni di Cassina Comina, Cassina Colombara, Santa Marta, Case Nuove e in una parte della Cagnola.
Nel 1863 gli elettori di Boldinasco che appartenevano al Collegio di Milano, erano solo 5 in quanto avevano diritto di voto solo i cittadini che pagavano le tasse. I terreni erano ubertosi per l’abbondanza di fontanili e rogge ed era coltivato a cereali, a gelsi e a vasti pascoli.
Geografia antropica
Geograficamente confinava a nord con Garegnano e Villapizzone, ad est coi Corpi Santi di Porta Garibaldi con Porta Tenaglia, a sud e ad ovest con Trenno, a sud est con i Corpi Santi di Porta Magenta.
Il nucleo abitativo di Boldinasco si può attualmente individuare lungo l’asse centrale della statale per Gallarate (ora via Gallarate), comprese le vie collaterali poste sia ad est che ad ovest della medesima arteria, ad eccezione dell’ultimo tratto, a partire da piazza Kennedy in poi. Attualmente il quartiere si presenta con due identità residenziali. Il primo nucleo storico si raggruppa attorno alle vecchie case della Cascina Boldinasco e delle vie limitrofe: da un lato Somalia, De Lemene, Marzabotto, Monsignor della Casa; dall’altro Aniene, Giannini, Catullo. Il secondo nucleo abitativo, che risale alla fine degli anni ’60, si raggruppa tra la parte terminale di viale De Gasperi, cavalcavia del Ghisallo, con epicentro in via Gallarate e le vie collaterali come Giorgini, Comons, Gadames, Gradisca, Lucullo e Tibullo, da un lato; le vie Cignoli, Magreglio, Civenna, Inverigo, Chiabrera, piazzetta Cavazzi della Somaglia dall’altro.
L’angolo storico della Pobbia/Pobietto
Presso la storica trattoria, risalente del 1850 e tutt’ora attiva, ex biglietteria della vecchia linea del tram Milano-Gallarate (non più esistente) denominata La Pobbia, in via Gallarate 92, spicca ancora un’edicola mariana, recentemente restaurata (per sapene di più sulla sua storia clicca QUI).
Appena dietro, all’incrocio tra via Gallarate e via Tubullo, in via Catullo, c’è ancora il piccolo borgo della Pobbia, detto anche del Pobietto (per il significato linguistico di pobbia e pobietto clicca QUI). Storicamente appartiene a Garegnano Corbellaro, come tutto quello che si trovava al di là dell’antica via Gallarate, ma come mostrano le carte d’epoca è talmente vicina e così parte dell’ambiente locale legato al Comune di Boldinasco, in specie alla scomparsa cascina Colombara a cui era quasi attaccata, che non è sbagliato inserire trattoria, edicola mariana e antico borgo in questo stesso contesto.
Ad appena 50 metri di distanza, all’angolo tra via Tibullo e via Gallarate, è tutt’ora presente una grossa pietra miliare in granito che indica “Garegnano chil. 0,885 / Certosa chil. 09”.
Sull’area di fronte, dove un tempo sorgeva la vecchia Cascina Colombara sono stati edificati moderni complessi di edilizia residenziale privata, noti come “quartiere Cignoli”.
Cascina Boldinasco
Una delle poche tracce storiche ancora esistenti è la Cascina Boldinasco che ha sede in via De Lemene 48/50. La cascina originaria comprendeva un insieme di edifici rurali, sorti in tale località all’inizio del 1700, e già preesistenti nella carta del Claricio del 1659, tanto da dare nome alla località “Boldinascho”. La terra di pertinenza di questa cascina era di 1500 pertiche milanesi (circa 98 ettari), che, con le altre 300 (circa 20 ettari) della vicina Cascina Mosca, formava la cosiddetta “Fattoria Sperimentale Lamberti”, che a cavallo delle due guerre vantava le tecniche e i macchinari più moderni in fatto di sfruttamento dei terreni e della zootecnia, cessò nell’immediato dopoguerra.
Successivamente quasi tutto il terreno è stato cavato per ricavare sabbia e ghiaia per ricostruire Milano distrutta dai bombardamenti. La cava è stata in seguito ricoperta con le macerie delle case ed al suo posto è sorta la collina di Milano: il monte Stella, “la montagnetta de San Sir”.
Di tutto il complesso della cascina Boldinasco è rimasto solo il fabbricato prospiciente la strada. L’attuale corpo edilizio che va sotto il nome di Cascina Boldinasco, databile intorno alla fine del secolo XIX, è la parte rimasta di un più grande complesso a nord di via De Lemene.
Nel 1924 fu acquisita dal Comune di Milano.
Cascina Colombara e la chiesa
Come si evince dalla mappa del 1850, nelle vicinanze della Cascina Boldinasco si trovava la Cascina Colombara con la sua villa padronale e con annessa la chiesetta neoclassica dedicata a Santa Maria Addolorata, ancora esistente in via Gabriello Cabriera 19, e voluta nel 1801 dai conti Mellerio, industriali e alti dignitari dell’impero, come cappella mortuaria e oratorio agreste. Le otto lapidi funerarie sulle pareti e sul pavimento sono dedicate non solo ai Mellerio ma anche ad altre nobili famiglie ambrosiane, tra cui i conti Castelbarco e Cavazzi.
La cascina era divisa in due cortili: quello verso nord era adibito alle attività agricole, alla custodia degli attrezzi e delle macchine agricole e alla trebbiatura del grano, mentre quello verso sud, adiacente alla chiesina, era adibito ad abitazioni degli agricoltori. In quest’ultimo cortile c’era anche una frequentatissima osteria, conosciuta anche da forestieri provenienti dalla città, con campo per il gioco delle bocce.
Centenario Antichi Comuni Milanesi 1923-2023 – Fondazione Carlo Perini – Novembre 2022
Fonti
Memoria Storica e Rinnovo Urbano – Volume 2° – Antonio Iosa – 1999 – Circolo Culturale Carlo Perini
Ricerca e Mostra fotografica “Dalle cascine alle periferie” – Fondazione Carlo Perini – 2007 – 2008
Ad Ovest di Milano – Le Cascine di Porta Vercellina – Amici Cascina Linterno – 2004
La Cascina Colombara – Vecchia Milano – 2012
Anatolistica, indoeuropeistica e oltre nelle Memorie dei Seminarî offerti da Onofrio Carruba (Anni 1997-2002) al Medesimo presentate da Manuel BARBERA, Guido BORGHI, Manuela MARIANI, Alfredo RIZZA, Rosa RONZITTI, Vittorio Springfield TOMELLERI, Massimo VAI – 2011
Lombardia Beni Culturali – comune di Boldinasco 1798 – 1808
Cooperativa Archivistica e Bibliotecaria – Milano – 03/04/2006