Il primo lazzaretto di Milano nel contesto paesaggistico Crescenzago-Martesana, smantellato impietosamente pezzo per pezzo da un’edilizia irrispettosa dei luoghi storici e artistici
Lavori in corso nel borgo di San Mamete, via omonima di Crescenzago, noto per essere stato destinato a lazzaretto prima che all’inizio del Cinquecento fosse costruito quello di Porta Orientale, reso famoso da Alessandro Manzoni. Il borgo è inserito nel contesto del Naviglio Martesana tutelato dalla legge come bene di elevato pregio ambientale e paesaggistico. Attualmente, sono in corso diverese operazioni edilizie definite di “rinascita”. Un residente, Stefano Candiani ci scrive esponendo le proprie perplessità:
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Il caseggiato in costruzione sorge a discapito di una vecchia cascina che è stata abbattuta (vedi mappa). Era privata, ma fu acquisita dalla Curia per farne la prima chiesa della nuova parrocchia Gesù a Nazareth. Si chiamava Stalla Cattedrale e funzionò dal 1990 al 1998, anno in cui si inaugurò la nuova chiesa. Perciò aveva un valore storico, almeno per la parrocchia. Andava preservata e restaurata, poteva poi essere frazionata in appartamenti, non demolita!
2. Il caseggiato in costruzione ha un volume troppo elevato rispetto alla chiesetta di San Mamete, monumento artistico risalente all’età medievale e restaurato nel XVII secolo, all’interno ricco di affreschi e opere d’arte. Si tratta di mancato rispetto. Sarebbe stato meglio se il progetto avesse previsto un piano in meno. Il volume finale dell’edificio sarà impattante rispetto al contesto di pregio storico.
3. Gli oneri di urbanizzazione del caseggiato in costruzione sono stati devoluti al Comune e non verranno usati in loco.
4. Il “giardino” di via San Mamete, tra il caseggiato in costruzione e Cascina Bosco, è totalmente abbandonato. Si tratta di un’area degradata, di cui il Comune non si è mai preso cura. Gli oneri di urbanizzazione si sarebbero potuti usare per sistemare tale giardino e raccordarlo sia al Parco Adriano sia al Giardino Trasimeno-San Mamete.
4. Attualmente, il Comune non ha in progetto di sistemare tale giardino abbandonato.
5. La chiesetta di San Mamete, che è consacrata ed è di proprietà privata, ha un futuro totalmente incerto. Fino a qualche anno fa la Messa del giovedì mattina della Parrocchia di Gesù a Nazareth si teneva lì. Poi più nulla. Al momento è chiusa al pubblico. In futuro la chiesetta potrebbe essere venduta a un altro privato e chissà che uso ne potrebbe fare…
6. Sarebbe opportuno che il Comune acquistasse la chiesetta di San Mamete per poterla rendere accessibile al pubblico. Tuttavia il Comune, al momento, non è interessato a ciò.
7. Tutta la sponda del naviglio è fortemente degradata.
8. Nell’area interclusa (e abbandonata), dove il naviglio crea un’ansa, si chiede al Comune da anni la messa a verde pubblico e la costruzione di un ponte ciclopedonale, ma il Comune non ne vuole sapere.
Pertanto, mi sembra eccesivo parlare di “rinascita”. Per conoscere di più del borgo vedi QUI
Si aggiunga anche:
a. Cascina Bosco verrà sistemata, ma non si sa in che modo. Cascina Bosco non deve essere abbattuta ma RESTAURATA. Infatti, essa è storica, nella toponomastica ricorda l’antico Bosco di Crescenzago esistente tra il paese e Sesto San Giovanni.
c. I paletti in granito che delimitavano il piccolo sagrato della chiesetta di San Mamete sono stati divelti; infatti adesso un paletto in pietra giace a terra, mentre un altro è stato indebitamente asportato.
d. Senza i paletti il sagrato della chiesetta di San Mamete è usato come parcheggio (ovviamente improprio) di moto, motorini, biciclette, etc.
Come si diceva sopra, la rinascita del borgo di San Mamete è lontana.
Stefano Candiani