- REPUBBLICA DEL 26 E 28 AGOSTO
- REPUBBLICA del 2 Agosto 2023, sull’iniziativa della Soprintendenza di avviare una rapporto con i comuni e i Municipi per redigere una mappa di edifici storichi da salvare. Articlo di Teresa Monistiroli
- REPUBBLICA 18 LUGLIO 2023 SULLA TOPONOMASTICA STORICA DA AGGIORNARE O SEMPLICEMENTE TENERE IN CONSIDERAZIONE
- Mensile MilanoSud LUGLIO uscito l’11 luglio
- Mensile MilanoSud LUGLIO uscito l’11 luglio
- Qui sotto il Giornale 11 giugno 2023 – Una pagina intera dedicata da il Giornale domenica 11 giugno 2023 alle emergenze storiche da salvare, Complimenti al collega Felice Manti, che ci segue con tanta precisione. Eseguire il download per leggerla
- La Repubblica del 13/5/23 sulla mostra dei Comuni aggregati curata dalla Cittadella degli Archivi (cliccare sull’immagine per ingrandire)
- Grande pagina de “Il Giornale” il 13 aprile 2023 sul Centenario di Milano.
- ARTICOLO DEL 13/4/2023 su Niguarda, apparso su Repubblica,
- Sul “14-Milano Sud” gli itinerari indicati da Riccardo Tammaro –
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Sul “Post” Pietro Esposito e Giorgio Uberti: la doppia ricorrenza delle 11 aggregazioni comunali. Purtroppo l’articolo è senza titoli, ma lo trovate cliccando su questo link:
https://www.ilpost.it/newsletter/dd6356ce1294ea6c37a91a21aa2a8476/
- Qui sotto un articolo pubblicato da Repubblica il 31 gennaio 2023 a firma Teresa Monestiroli. Ecco titoli e testo
La Grande Milano, un territorio di 181 chilometri quadrati e 970 mila abitanti, nasce nel 1923 quando per regio decreto gli undici comuni rurali che circondavano la città furono inglobati nel tessuto urbano entrando, da un punto di vista amministrativo, sotto la giurisdizione di Palazzo Marino. Sono passati cent’anni – quest’anno si festeggia il centenario della nascita delle periferie – e non tutto forse è andato come si sperava. È vero che il governo centralizzato ha accelerato lo sviluppo anche di borghi che altrimenti sarebbero andati a un’altra velocità, ma al contempo il progresso ha cancellato le tracce di una storia che risale fino al Medioevo. “Pensando solo allo sviluppo immobiliare sembra che Milano sia più interessata ad assomigliare a Dubai che ha salvare il suo paesaggio e la sua memoria – commenta Roberto Schena, presidente dell’Associazione Antichi Borghi Milanesi e promotore di un appello rivolto al Comune che ha raccolto una cinquantina di firma tra ricercatori e scrittori -. Vorremo invece che la città approfittasse del centenario della nascita delle periferie per recuperare e valorizzare quello che ancora è rimasto”.
Parliamo dell’anello di comuni che all’inizio del secolo scorso abbracciavano Milano dopo la prima annessione del 1873, quando i Corpi Santi, sobborghi cittadini al di fuori delle Mura spagnole, furono inglobati. Affori, Baggio, Chiaravalle, Crescenzago, Gorla, Greco, Lambrate, Musocco, Niguarda, Precotto, Trenno e Vigentino: nomi oggi associati a quartieri satellite, periferie dormitorio, che un tempo vantavano chiese affrescate da pittori di scuola lombarda, cascine monumentali, chiostri rinascimentali, cimiteri, parrocchie e, soprattutto, un vita di comunità che negli anni si è dispersa nel segno di un sistema amministrativo centralizzato.
Il tema di un rilancio della memoria storica di un pezzo di città che oggi chiamiamo periferia interessa anche Palazzo Marino, che sta mettendo a punto un calendario di iniziative per celebrare i due anniversari (cento anni dalla nascita delle periferie, 150 dall’annessione dei Corpi Santi). Anche coinvolgendo le realtà come l’Associazione Antichi Borghi Milanesi che ieri è stata ascoltata in una commissione consiliare congiunta Affari istituzionali-Città metropolitana e Rapporti con i municipi. “L’appello che abbiamo presentato è stato accolto con favore – continua Schena -. Siamo stati convocati dai consiglieri a cui abbiamo consegnato un breve documento che riassume le nostre proposte”.
Un programma che spinge sia sulla diffusione della conoscenza, perché per difendere e salvaguardare un patrimonio è necessario prima di tutto farlo conoscere, sia sulla necessità di interventi di restauro volti a fermare il degrado. I punti proposti sono cinque: l’inserimento di una segnaletica con le informazioni storiche, artistiche e culturali dei beni presenti sul territorio; il recupero dei toponimi originali, in parte dimenticati; la creazione di un centro di documentazione dove raccogliere il materiale di ricerca degli storici e dei ricercatori; l’organizzazione di un convegno; l’apertura di un tavolo che prenda in esame tutte le criticità raccolte in un dossier emergenze che verrà presentato nei prossimi giorni. Un censimento di beni che hanno bisogno di essere salvati dall’oblio, compilato verificando sul campo l’elenco redatto quasi un secolo fa. Allora i monumenti “fragili” erano 109, oggi il numero è già dimezzato.