Devo necessariamente esordire con: cos’è Figino. È un lembo di territorio all’estremità ovest del comune di Milano, Municipio 7, di cui si hanno notizie fin dal 1017, circondato da campagne, parchi, boschi, dove è normale vedere nelle giornate serene il monte Rosa e tutta la cerchia di montagne. Questa porzione di territorio – che a detta di molti che per la prima volta vi giungono appare piacevolmente sorprendente e rilassante – ufficialmente è un quartiere di Milano, ma i suoi abitanti anziani continuano a considerarlo paese, così come lo era fino all’annessione del Comune di Trenno, di cui faceva parte, a Milano nel 1923.
Agli abitanti più recenti invece piace la definizione “borgo”. In realtà si tratta proprio di un paesello che fino agli anni Cinquanta viveva di agricoltura e allevamento di bestiame, con evidenti tradizioni contadine che, seppure diluite, sono ancora presenti. Un luogo che nel 2011, secondo il censimento, era abitato da 1598 persone su una superficie di 1.4 kmq. Persone che in buona parte si conoscevano tra loro. In un ambiente così piccolo è necessario tuttora evitare di malignare di qualcuno, perché è molto facile che l’ascoltatore in un modo o in un altro sia imparentato con le persone in oggetto.
Figino per decenni, data la sua “solitudine e ridotta popolazione” è stato considerato dalle varie amministrazioni di Palazzo Marino uno dei luoghi ideali per decentrare strutture necessarie al “benessere della città”. Se da un a parte il panorama è tuttora molto piacevole, unito alla presenza del Boscoincittà, del Parco dei 5 comuni e ancora da molti campi coltivati, dall’altra ci si ritrova nel raggio di 2 km con:
– un termovalorizzatore funzionante e uno dismesso,
– un depuratore delle acque dell’Olona,
– un’uscita della tangenzialina dalla quale spesso spuntano TIR che a attraversano Figino ignorando bellamente i divieti e spesso bloccando la circolazione.
Senza contare significative presenze “particolari” sia di notte che di giorno e un mega parcheggio in via Novara creato per i mondiali del 90, rimesso in funzione per l’EXPO 2015 poi recentemente come hub per la vaccinazione contro il Covid, e ora inutilizzato nella sua funzione principale, obiettivo per la costruzione della nuova moschea. E visto che è a 1 km da Figino, mi piacerebbe tanto sapere perché è stato chiamato parcheggio Trenno, dato che Trenno è a 5 km di distanza).
Figino sembrava avviato a una lenta decadenza principalmente per mancanza di sviluppo abitativo, dovuta anche alla estrema scarsità di servizi, che suggeriva alle giovani coppie in formazione di cercare altri luoghi per creare una famiglia. Solo per restare in periodi recenti, nei primi anni Duemila: niente sportello bancario, niente sportello postale, niente edicola, niente supermercato; una scuola elementare e una farmacia sempre sotto scacco e rimaste aperte solo a seguito di forti pressioni degli abitanti. Collegamenti con la città: una linea ATM che nei momenti di punta forniva un autobus ogni 14 minuti.