SOMMARIO E’ uscito il primo libro interamente dedicato ai Corpi Santi, questi sconosciuti. Eppure vi abita la metà dei milanesi. Autori: Edo e Alessandra Bricchetti per la Meravigli. Istituito nel XVIII secolo, il Comune, sorta di porto franco quasi esentasse, ebbe grande successo nel favorire l’industrializzazione e l’insediamento. Difeso dai maggiori intellettuali dell’epoca, fu aggregato troppo presto a Milano nel 1873, sotto la spinta di una speculazione edilizia che travolse la città e i Corpi Santi stessi
di Roberto Schena Michele
Non ci sono libri in giro sui Corpi Santi. Eccetto uno uscito in questi giorni di dicembre 2023, a 150 anni esatti dalla loro aggregazione alla città di Milano. Ne sono autori Edo ed Alessandra Bricchetti, il primo già noto a questo sito web. Il libro s’intitola “Corpi Santi – Storia e Storie del Comune che circondava Milano”, poco meno di 200 pagine edite dalla Meravigli, 20 Euro, con presentazione di Walter Cherubini. Il punto di partenza è una risposta a un quesito banale: cosa sono i Corpi Santi di Milano? Se ne sente molto parlare ma si conoscono poco o nulla.
Diciamo subito che ci vive la metà della popolazione milanese, spesso senza saperlo. Il territorio – spiega Bricchetti – potrebbe essere descritto come una grande ciambella (o una sorta di 9 ribaltato a sinistra) il cui buco centrale è costituito dal centro storico più importante, racchiuso dalle Mura Spagnole. Il Comune dei Corpi Santi iniziava da dette Mura, che poi oggi sono gli ex bastioni e proseguiva tutto intorno coprendo grossomodo la circonvallazione filoviaria più esterna, percorsa dalle linee 90 e 91. Verso la Barona il territorio scendeva lungo i due navigli e raggiungeva la Conca Fallata, Gratosoglio e i Tre Ronchetti, quest’ultimo un punto coincidente con la periferia di Milano (vedi mappa qui sotto).
Rete estesa
Andando oltre questo vasto territorio, esteso ben 66 Kmq, iniziavano quelli degli 11 Comuni poi aggregati a Milano nel 1923. In un certo senso, spiega Bricchetti, i Corpi Santi furono un annuncio delle successive ulteriori aggregazioni, avvenute esattamente 50 anni dopo. Purtroppo, i Corpi Santi sono anche la parte di territorio milanese meno conservata, la più depredata e abbattuta per far posto all’espansione edilizia. Purtroppo oggi permane ben poco di quel passato ricco di ville, torri e monumenti.
All’interno di questo strano comune, vasto ben sei volte la vecchia città di Milano, nacquero decine di borghi, cascine, castelli, i cui nomi sono piuttosto noti: Bovisa, Ghisolfa, ville Mirabello e Simonetta, Borgo degli Ortolano, Loreto, Rottole, Cassina dei Pomm, Senavra, Verziere, Monluè, Calvairate, Morivione, Boffalora Gratosoglio, Tre Ronchetti, cascine Annone e Campazzo, Barona, San Cristoforo, cascine San Protaso, cascine Corba e Arzaga, San Pietro in Sala, cascina Bolla e San Siro. Tali località non erano che i borghi più cresciuti, fra l’uno e l’altro si potevano trovare decine e decine di cascine, come mostra la mappa del Claricio del 1600, alcune delle quali bellissime, anzi, magnifiche, ma ahinoi quasi tutte abbattute.
Il libro spiega le varie origini attribuite al toponimo Corpi Santi, se ne conoscono almeno 5 o 6. Un dato è certo: l’area esterna alle Mura, oltre a presentarsi estremamente fertile, allagata grazie alle marcite e alla risaie, e ricca di tutti prodotti della terra, di animali, di rogge e fontanili alberati, veniva usata per l’inumazione delle salme, giacché fin dai tempi della dominazione romana era proibito farlo all’interno delle Mura. Sono quindi elencati gli ex cimiteri dei Corpi Santi, tra cui quello di piazza Aquileia recante la curiosa scritta: “Ciò che sarete noi siamo adesso, chi si scorda di noi scorda se stesso”, sopra i quali sono stati costruiti i palazzi moderni a partire dal XIX secolo.
La svolta decisiva per i Corpi Santi è strettamente legata all’illuministico XVIII secolo, quando esattamente nel 1718 inizia la catalogazione dei possedimenti rurali e da questa si prende coscienza del caos organizzativo delle località che circondano Milano, dove ogni proprietà, in genere enti religiosi o beni aristocratici, fa da sé senza alcun coordinamento nella gestione di strade, ponti, corsi d’acqua, pulizia del territorio. Il censimento delle proprietà, molto accurato, preciso e ben disegnato con tutti i particolari esistenti, durerà quasi quarant’anni, fino al 1760, passato alla storia con il nome celeberrimo di Catasto Teresiano. Già tre anni prima, nel 1757, il circondario di Milano era però diventato una realtà amministrativa per conto suo con il nome di Comune dei Corpi Santi, con un sindaco, una giunta e un consiglio comunale dove siedono i maggiori proprietari. In realtà il nuovo Comune sarà operativo soltanto 24 anni dopo, nel 1782, a causa della forte opposizione delle grandi proprietà e questo la dice lunga sull’ispirazione illuministico-impositiva del provvedimento.
Dopo una breve parentesi (1808-1816) in cui il Comune fu annesso dai francesi a Milano, Bricchetti nota come la sede municipale prescelta fosse collocata a Milano per ragioni pratiche di equidistanza Trattasi di una bella palazzina nella centralissima via Crocifisso 11, trasversale di Corsi Italia; anche sindaco, assessori e deputati (consiglieri comunali) dei Corpi Santi risiedevano quasi tutti a Milano città. Tutte contraddizioni in termini, che certo favorirono l’aggregazione a Milano, nonostante l’autorevole parere di Carlo Cattaneo e di altri intellettuali come Cesare Cantù in difesa del mantenimento del Comune. Nei Corpi Santi, infatti, tutto costava meno: prezzi, salari, dazi, generi alimentari, affitti, insomma un terreno ideale per far crescere industria e agricoltura. Cattaneo scriveva spesso sull’unico organo di stampa quotidiana, denominato il Suburbano. Ma il sindaco di Milano Giulio Bellinzaghi, banchiere, e l’allora amministrazione comunale milanese mal sopportavano di essere circondati da un comune unico, meno ricco di storia, monumenti e soprattutto di denaro.
La rivolta della michetta
La popolazione raggiunse così i 62mila abitanti, censimento del 1871, quando soltanto 10 anni prima erano 46mila, un ritmo di crescita demografica oggi invidiabile. Con l’aggregazione del 1873, voluta essenzialmente dagli speculatori della forte crescita urbana, si persero tutti i vantaggi; i residenti dei borghi e delle cascine esterne furono qualche anno dopo costretti a pagare dazi che prima non c’erano e più tasse per servizi che di fatto non avevano, contribuendo a peggiorare il già notevole malessere degli operai e dei contadini. Carlo Cattaneo, il maggiore intellettuale del tempo, deceduto nel 1869, non poté opporsi con suoi articoli alla soppressione del Comune dei Corpi Santi, sicuramente avrebbe sottolineato come questo passo fosse sconsigliabile, quantomeno affrettato, quanto avrebbe di molto danneggiato le classi povere, quelle dipinte alle Cucine Economiche da Attilio Pusterla, prima di emigrare egli stesso negli Stati Uniti dove divenne celebre pittore.
Bricchetti è puntuale nell’osservare che lo squilibrio prodotto a danno dalle classi meno abbienti esplose con la nota rivolta della micca, la michetta, il pane, del 1989, finita a cannonate e gli oltre 100 morti del generale Bava Beccaris lasciati per le strade, gesto premiato da re Umberto I. La seconda parte del libro è, giustamente, una descrizione quasi storico-turistica dei Corpi Santi, con la loro suddivisione in 8 Mandamenti e 8 Riparti. Il libro dei Bricchetti potrebbe davvero servire come guida turistica perché molti sono i monumenti, i palazzi le strade ancora riconoscibili dopo 150 anni di rimaneggiamenti. Purtroppo, per far posto ad anonimi quartieri periferici, furono abbattute ben 13 chiese medievali affrescate e una lunga serie di cascine, torri, ghiacciaie. Se fossero state conservate oggi l’aspetto di Milano sarebbe molto diverso, certamente più a misura d’uomo.