La salvaguardia dei monumenti storici in zone soggette a vandalismi, un problema che merita le attenzioni dei residenti nell’antico borgo
di Ferdinando Scala
Dopo lo sfregio alla parete dell’oratodio dedicato alla Maddalena di Precotto (risalente al XVI sec.), avvenuto nottetempo in gennaio, c’è stata una riunione in parrocchia dove alcuni cittadini volontari si sono messi a disposizione per la riparazione dei danni. Bisognerà togliere l’intonaco, metterne di nuovo con copertura della parete con vernice idropulente. Sarà un lavoro lungo e costoso. E non basterà.
Lo sfregio vandalico compiuto di notte ai danni dell’Oratorio della Maddalena – con riflessi fortemente diseducativi per chi frequenta il parco – ha indotto il Parroco a convocare un gruppo composto da parrocchiani, Comitato di Quartiere Precotto e Cooperativa San Filippo Neri per esaminare possibili soluzioni sia al problema dei graffiti (che comporta un intervento di rimozione dell’intonaco e rimessa a nuovo della parete devastata, da fare a primavera con i muri asciutti), sia per la sistemazione della grondaia e dello scannafosso che raccoglie le acque piovane, sia infine per la nuova illuminazione della parete oggi completamente al buio, con apposizione di telecamere, lavoro per il quale si richiede l’intervento del Comune. La sistemazione della parete viene invece organizzata dalla parrocchia. A primavera quando avremo il preventivo definitivo dei lavori, lo porteremo a conoscenza dei parrocchiani promuovendo nel contempo una raccolta di offerte.
Secondo Gianluca Pirovano – presidente del consiglio di Municipio 2 – esperiti i dovuti accertamenti, la riparazione del danno rimane infatti a carico della proprietà, cioè della parrocchia, mentre al Comune spetta di provvedere alla illuminazione (e speriamo che arrivi più in fretta possibile, senza attendere tempi biblici.
La cosa è urgente perché lasciare che la deturpazione rimanga non rimossa induce nei cittadini, specie nei giovani vandali, la convinzione che quella sia zona franca, dove si può fare quel che si vuole. Inoltre si sa che degrado chiama degrado, per cui non intervenire subito produrrà inevitabilmente un peggioramento della situazione.
Passare una mano di bianco, armati di pennellesse e rulli, è la cosa più urgente, ma non basta. Le pareti hanno bisogno di una protezione adeguata, soprattutto per la notte quando la chiesetta è esposta ad atti vandalici. E’ stata chieta la recinzione della chiesetta e del Monumento ai Caduti, ma in Comune finora nessuno si è impegnato. La parrocchia non ha le risorse per fare una recinzione robusta e costosa.
La fotografia qui a sinistra mostra il contesto della chiesetta e accanto il Monumento ai Caduti, che i comitati di quartiere circa 5 anni fa hanno voluto portare in quest’area sacra, spostandolo dalla sistemazione precedente esposta a vandalismi. L’area sacra definisce il perimetro dell’antico cimitero ex-lazzaretto del 500, dove nel 1922 fo eretto il monumento.