SOMMARIO: É il borgo di Milano in assoluto più lontano, periferico e tagliato fuori da tutto anche per colpa della Tangenziale. Abbiamo ricostruito le sue mappe storiche in modo che siano riconoscibili i luoghi più importanti di quello che fu un’importante proprietà degli Umiliati, insediati nella vicinissima Monluè. Qui, sulla vecchia via Paullese già si trovano diverse cose interessanti, per esempio la trattoria Bagutto, la seconda più antica d’Europa: risale al 1284. Purtroppo quella che potrebbe essere una perla di Milano, si presenta malissimo.
A cura della Fondazione Milano Policroma – Testo di Riccardo Tammaro

Nel borgo di Ponte Lambro, sito a sud-est di Milano, la storia ci riporta a circa duemila anni fa, quando i Romani tracciarono l’antica strada Paullese (oggi via Vittorini), che congiungeva Mediolanum a Cremona: il tracciato di questa strada è tuttora individuabile sulle cartine. In questo borgo si trova ancora una cappelletta dedicata alla Sacra Famiglia (in via Vittorini 40, già via Bonfadini), mentre poco a nord scorre l’antico Fontanile dei Certosini (visibile nella mappa sottostante, QUI un video), recentemente riattivato.

Nella parte più occidentale, poi, sopravvive un’ampia porzione di campagna afferente alla cascina Zerbone, attiva fino a poco tempo fa, a sud della quale si trova il Mulino della Spazzòla, che era alimentato dalla roggia omonima che poi prosegue verso sud servendo altri mulini fuori dal territorio comunale. Tra tutti questi edifici storici, però, ve n’è uno, posto di fianco alla cascina Zerbone, che assume una particolare rilevanza internazionale.
L’Antica Trattoria Bagutto, sita nell’omonima cascina, è infatti uno dei due più antichi ristoranti del mondo tuttora esistenti di cui si abbia notizia. Il toponimo indicante la località dove sorge il Bagutto compare in un atto notarile su pergamena del 1284, conservato presso l’Archivio di Stato di Milano, nel quale Corrado Menclozio, membro di un’autorevole stirpe milanese di ascendenze longobarde, scambia con i Frati Umiliati dell’Abbazia di Santa Maria di Brera dei beni immobili nel territorio di Morsenchio “detti al berlochum o sia alla Spazzòla”, la roggia dentro le cui acque si specchiava l’osteria.
“Berlochum” longobardo
Il termine “berlochum”, di origine longobarda, significa “luogo dove si mangia” e conferma l’esistenza di una taverna dove oggi sorge il Bagutto, situata esattamente nell’allora Comune di Morsenchio e sulle rive della Spazzòla, altrimenti nominata roggia Molinara, perché come detto azionava le ruote di molti mulini, compreso quello sopra citato e sito a poche decine di metri a sud dell’osteria. Il nome del locale deriva dall’antico termine lombardo “begutto”, ossia bagordo o ingordo. Da una ricerca svolta nel 2006 risulta che il Bagutto è preceduto solamente dal ristorante Stiftskeller di Salisburgo, situato nel monastero di St. Peter e risalente all’803.

Le origini dell’Antica Trattoria sarebbero però ancora più remote. Il Bagutto, ubicato in via Vittorini 4 (già Bonfadini 210, come ancora indicato dalla targa del vecchio civico), è situato in corrispondenza del quarto miliare della Mediolanum-Cremona, arteria costruita dai Romani due millenni or sono, e pare che in origine fosse una “taberna” romana. Sul sito dei miliari, che erano pilastrelli di marmo o granito con inciso il numero progressivo indicante la distanza in miglia dal capoluogo, era infatti consuetudine che sorgessero dei punti di sosta e ristoro per i viandanti: il Bagutto era importante “stazione” presso il guado del Lambro, “casa” temporanea anche di un drappello di soldati a guardia dello strategico passaggio di fiume, secondo quanto ricostruito nel libro “Strade romane nella Lombardia ambrosiana” del 1984.
In epoca medioevale l’hosteria del Bagutto risultava proprietà del Luogo Pio delle Quattro Marie, ente caritatevole che aveva sede al centro di Milano, nella Contrada dei Pattari. Dai proventi che gli assicuravano le possessioni in campagna, nonché dall’affitto di case ed esercizi pubblici, l’Istituto traeva adeguata linfa per distribuire ai poveri generi alimentari, vesti ed elemosine, e doti alle ragazze da marito indigenti.
Altri nomi

Tutti i documenti del Luogo Pio delle Quattro Marie, dal 1400 circa, sono tuttora conservati in ottime condizioni nell’archivio storico dell’Azienda di Servizi alla Persona Golgi-Redaelli di Milano, dove ha avuto inizio la succitata ricerca.
Molte le notizie ricavate dagli atti del passato, da cui emerge che, nel 1400, era “Hostaria dei gamberi”, pescati nella vicina roggia Spazzòla; nel 1580 era “Hostaria de Quattro Marie alla Canova”, gestita da Messer Bello de Panzan, osto, e Madonna Maria sua moglie; Canova era il nome del podere vicino al Bagutto, sempre di proprietà dell’Ente benefico delle Quattro Marie; demolita la cascina omonima nei primi anni Sessanta del secolo scorso, qui fu eretta una clinica, chiamata appunto delle Quattro Marie, l’attuale Centro Cardiologico Monzino.
I documenti attestano inoltre che il Luogo Pio delle Quattro Marie tenne l’osteria del Bagutto fino agli inizi del Settecento, dopodiché la cedette alla famiglia aristocratica dei Conti Durini; da loro passò alla metà del secolo alla famiglia Raineri, e nel 1780 ad Alessandro Merlini e suoi discendenti; dal 1871 nuovi padroni furono i Conti sino al 1894, allorché l’edificio venne acquistato da Mosé Mandelli, capostipite di una dinastia giunta fino ai nostri tempi.
All’esterno, ancor oggi il locale rivela le sue origini lontane nella struttura articolata, specie nelle fattezze del portico; all’interno, è conservata la saletta d’ingresso, nucleo dell’antica osteria, con un grande camino cinquecentesco.

