SOMMARIO Storia di un edificio del 1880, di cui è proprietario il Comune di Milano, dove forse qualcuno lo ritiene poco importante e invece è la sede storica dell’ex Comune di Crescenzago. Un autentico monumento, sede di delibere consiliari che hanno promosso la modernità e l’emancipazione del territorio dall’Unità fino al primo dopoguerra. Situato in uno dei punti più caratteristici e identitari di Milano è stato letteralmente svenduto a privati durante la giunta Albertini. Palazzo Marino ci ripensi, torni indietro
di Ferdy Scala, Luciano Marabelli e Fernando Ornaghi
Quando il 17 marzo 1861 viene proclamato il Regno d’Italia, Crescenzago ha una popolazione di 1.699 abitanti distribuiti su oltre 500 ettari di superficie. In base alla legge del 1865, l’antico borgo diviene comune autonomo con un proprio consiglio comunale e un sindaco. D’altronde l’autonomia comunale a Crescenzago era nata già mezzo secolo prima, dopo la morte nel 1795 dell’ultimo abate commendatario Carlo Villana Perlas, e in seguito alla riforma ecclesiastica attuata dall’imperatore d’Austria Giuseppe II tra il 1780 e il 1790. Da allora e fino all’Unità d’Italia il Comune viene amministrato da una Deputazione, con a capo un proprietario terriero locale e due consiglieri.
Dopo l’avvento del Regno d’Italia i Consigli Comunali vengono eletti dagli “aventi diritto al voto”: è un suffragio “censitario”, che dà diritto di voto solo agli uomini capaci di leggere e scrivere, proprietari di case o terreni nel borgo e possessori di un certo censo. Ciò determina che elettori siano solo i cosiddetti “ricchi”: che nel 1887 si contano in 119 persone, su una popolazione di oltre 2500 abitanti e nel 1892 sono 208 su quasi 3000 abitanti. Il primo sindaco di Crescenzago è l’industriale tessile Domenico De Ponti, proprietario della filanda omonima, eletto nel 1869, incarico che mantiene ininterrottamente fino al 1886.
Le principali delibere del periodo
Molto importante a quel tempo è la Congregazione di Carità, che delibera sulla concessione di vari sussidi sociali: di natura economica, assistenziale, ricovero in ospedali ecc. Sul tema della viabilità, nel 1872 si delibera la costruzione o sistemazione delle “strade obbligatorie” (quelle che portano alle cascine Cattabrega, Roccolo, Piccapietra, Melghera, Olgettina e Ferrera). Nello stesso anno si istituisce la scuola serale e domenicale. Nell’ultimo quarto del secolo XIX, le delibere prese dal Comune riguardano soprattutto la costruzione delle Scuole Comunali: varie discussioni propongono l’acquisto di terreni e la stipulazione di un mutuo di 9.000 lire per procedere alla costruzione dell’edificio. Altre delibere riguardano l’acquisto di azioni della Società per il Tramway Milano-Gorgonzola-Vaprio (dal 1878 i convogli percorrono la linea Milano-Crescenzago, proseguendo per Gorgonzola, Vaprio d’Adda e dal 1880 anche verso Vimercate); progetti per l’ampliamento del Cimitero Comunale; contratti per l’illuminazione a gas; interventi a favore di “sussidiati poveri” e contributi all’Istituto Infantile Rurale fondato nel 1889; costituzione di un consorzio fra i comuni di Crescenzago, Greco, Turro Milanese, Gorla Primo per l’espletamento di un servizio medico chirurgico gratuito a favore dei poveri; provvedimenti riguardanti il personale comunale e scolastico, il riscaldamento degli uffici ecc.
Nasce l’edificio del Municipio
Se precedentemente, le attività pubbliche e scolastiche facevano capo a Casa Berra, intorno al 1880 viene eretto il nuovo Municipio del Comune di Crescenzago, lungo il Naviglio, tra il vecchio ponte e la Corte dei Monti di via Amalfi. Inizialmente la costruzione è semplice, a un piano, poi nel primo ‘900 verrà innalzata per ospitare la scuola elementare comunale. Il nuovo sindaco nel periodo 1888-1895 è Beniamino Beretta, il parroco don Carlo Parapini. La prima opera pubblica e sociale deliberata dagli amministratori comunali nel nuovo Municipio è l’Istituto Infantile Rurale, fondato nel 1889, che inizia la sua attività il 27 ottobre 1890.
Nel 1894 nasce un’altra istituzione di cui Crescenzago va orgogliosa da sempre, la Banda Municipale. Nel 1895 Domenico De Ponti viene rieletto alla carica di sindaco e vi rimane fino al 12 maggio 1899. Tra le delibere più significative del periodo, ne citiamo tre:
- 1896. Viene deliberato il rifacimento del ponte sulla Martesana, cui viene ridotta la curvatura a schiena d’asino, ma l’opera verrà realizzata solo nel 1913.
- Il Municipio viene rialzato di un piano: nel 1898 una delibera approva il capitolato d’appalto per la sopraelevazione di un piano della Casa Comunale, da adibire a Scuola elementare, i cui lavori termineranno nel 1912.
- Poco dopo l’inaugurazione del nuovo ponte, il Consiglio delibera la costruzione nelle sue vicinanze di due lavatoi sul Naviglio Martesana: uno in sponda destra, coperto, l’altro in sponda sinistra.
Dopo le dimissioni di Domenico De Ponti, la carica di sindaco di Crescenzago viene assunta nel 1899 dall’avvocato Guido Beretta, il cui nonno, Antonio Beretta, era stato il primo sindaco di Milano dopo l’unificazione d’Italia. Rimarrà in carica fino al 1907. Seguiranno i sindaci: Vittorio Faini rimasto in carica fino al 1920; Giuseppe Sirtoli solo nel periodo 1920-1922; ultimo sindaco nel 1923, prima dell’annessione, è Attilio Pessina. Le delibere comunali affrontano i problemi di sempre: manutenzione della Postale Veneta e dei binari tranviari. Nel 1918 viene elettrificato il servizio tranviario con l’elettrificazione della linea Milano-Crescenzago.
La Scuola elementare
Nei primi decenni del secolo era attiva la scuola Don Enrico Tazzoli in via Berra. Nel 1912 viene aperta la nuova scuola elementare nei locali del Municipio, intitolata a Luisa Sanfelice, martire nella Rivoluzione Napoletana del 1799. Tuttavia gli spazi sono angusti e si rende necessaria l’apertura di nuove aule. Nel 1908 il Comune approva il progetto per la costruzione di un nuovo edificio scolastico nella zona di Corte Regina, ma la prima guerra mondiale e l’annessione di Crescenzago al Comune di Milano ritardano i lavori. Il nuovo complesso scolastico di via Bottego, intitolato a Giovan Battista Perasso, viene inaugurato solo nei primi anni 1930. Nel frattempo a causa dell’aumento della popolazione si costruisce una nuova struttura scolastica in via Brambilla, nella periferia nord, verso Sesto San Giovanni. La nuova scuola, intitolata a Vittorio Bottego, è funzionante dalla seconda metà degli anni ‘30.
Fine del Comune di Crescenzago
Il 17 giugno 1917 il Consiglio inizia a esaminare le proposte circa l’aggregazione del Comune di Crescenzago a quello di Milano. Il Consiglio Comunale di Crescenzago, prima di accettare l’annessione, pone al Comune di Milano alcune condizioni: alcune verranno realizzate, ma molte rimarranno inevase suscitando malcontento nella popolazione, tanto che, negli anni successivi, non avendo più un interlocutore in loco, partono lettere al Podestà di Milano che protestano per il degrado in cui si trova il quartiere: l’11 dicembre 1934 sono firmate da 200 famiglie; altre lettere vengono inviate il 4 febbraio 1935 e il 19 marzo 1937 da una ventina di industriali e commercianti.
Tuttavia il 14 aprile 1918 – dopo lunghe e contrastate discussioni tra i consiglieri, gelosi della propria autonomia comunale – il Consiglio approva definitivamente la proposta di aggregazione. La sentenza arriva nel 1923: in esecuzione del Regio Decreto 2-9-1923, n. 1912, il Consiglio Comunale di Milano il 14 dicembre dello stesso anno delibera l’annessione alla propria Amministrazione Comunale di 11 Comuni autonomi fra i quali quello di Crescenzago. L’iter burocratico dell’annessione prevede la trasformazione di Crescenzago in quartiere di Milano; si cambiano di conseguenza i nomi delle vie e i numeri civici.
L’edificio dell’ex-Municipio di Crescenzago
Nel palazzo dell’ex-Municipio la scuola elementare Luisa Sanfelice funziona fino al 1936. Nel frattempo gli scolari vengono progressivamente trasferiti alla nuova scuola elementare di via Bottego. La Banda Musicale, che precedentemente aveva occupato alcuni locali, durante la II guerra interrompe ogni attività. Nel dopoguerra gli spazi dell’immobile di piazza Costantino vengono assegnati dall’Amministrazione Comunale di Milano all’Anpi e al Corpo Musicale. Accanto alle due associazioni, nel corso degli anni ‘50 viene organizzato anche un ufficio postale, poi dismesso. Nel frattempo al piano superiore s’insediano alcuni partiti politici; in particolare il Partito Socialista Italiano vi tiene una sezione che rimane in vita fino alla crisi del partito nazionale, sostituito poi negli stessi ambienti dalla Cooperativa di educazione popolare “Don Milani”. Al piano terra, in uno spazio ricavato da un vecchio deposito della banda musicale, nel 2000 si stabilisce il circolo di Crescenzago dell’associazione Legambiente.
La “cartolarizzazione”
Con l’operazione “cartolarizzazione” del 2007 l’Amministrazione Comunale affida al Fondo Immobiliare n. 1 la messa in vendita a privati, tramite asta, di beni immobili del Comune di Milano, compreso l’ex-Municipio di piazza Costantino, anche se l’edificio è vincolato dalla Sovrintendenza come “patrimonio storico e culturale”. Dopo l’uscita della Cooperativa Don Milani l’intero primo piano rimane vuoto, mentre i locali del piano terra continuano a essere occupati da Anpi, Corpo Musicale e Legambiente Crescenzago, associazioni con le quali il Comune aveva firmato regolare contratto d’affitto, ma che ora, nella logica della “cartolarizzazione”, rischiano di essere sfrattate.
Fin dal 2007 le associazioni chiedono che il bene torni di proprietà pubblica per diventare la “Casa Crescenzago”, come sede delle associazioni e centro civico, culturale e artistico del quartiere. Il progetto delle associazioni chiede anche la razionalizzazione della viabilità, per ridurre il traffico soffocante di piazza Costantino, ma soprattutto la riqualificazione e ampliamento della piazza includendo l’area libera tra via Meucci e via Adriano (ex-parcheggio), sulla quale si chiede di evitare ogni iniziativa di edificazione e di abbellirla invece con alberi, panchine e spazi verdi.
La mobilitazione dei cittadini intorno a questi obiettivi porta a raccogliere oltre 3000 firme e il Consiglio di Zona 2 il 27 marzo 2008 chiede «il blocco della dismissione dell’immobile, lo stralcio della delibera e il mantenimento dell’attuale uso alle associazioni». Cambiate l’Amministrazione comunale e zonale, nel 2012 con apposita delibera il nuovo Consiglio di Zona ribadisce la richiesta che «l’ex-Municipio di piazza Costantino […] resti fruibile per la cittadinanza e torni a essere pienamente patrimonio pubblico, che venga mantenuto il godimento alle associazioni locate e che l’edificio venga tolto dal Fondo Immobiliare Milano 1 e riacquisito dal Comune di Milano».
Il 30 novembre 2015, con delibera n. 34, il Consiglio Comunale accoglie la richiesta, approvando l’emendamento n. 59 al Bilancio di previsione 2016, che stabilisce di «procedere alla permuta tra Comune di Milano e il Fondo Immobiliare 1 dell’edificio ex-Municipio di Crescenzago […] con l’area di proprietà comunale […] sita in via Cascia […]». In questo modo l’ex-Municipio di Crescenzago torna al Demanio comunale e diventa possibile in prospettiva attuare il progetto voluto dalle organizzazioni sociali per far nascere “Casa Crescenzago”. Il 24 marzo 2016, infatti, rispondendo a una lettera delle Associazioni inviata il 4 marzo, il direttore centrale del Settore Casa e Demanio del Comune di Milano comunica che BNP Paribas, gestore del Fondo Immobiliare “Comune di Milano 1” aveva “avviato l’iter necessario per dare esecuzione alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 34 del 30-11-2015 relativamente alla permuta dell’immobile in oggetto con altra area comunale attraverso l’acquisizione di documentazione relativa a detta area dal Settore Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree che ne ha effettuato una prima stima”.
Di conseguenza le otto Associazioni che condividono gli interessi e i progetti di Legambiente, Banda di Crescenzago e Anpi, chiedono fin dal 2018 di “stralciare – come da Delibera n. 34/30-11-2015 del Consiglio Comunale di Milano – dal piano di vendita e restituire al Demanio il Palazzo di Piazza Costantino, già sede del Comune di Crescenzago, dichiarato dalla Sovrintendenza patrimonio storico, architettonico e ambientale; e salvare l’edificio dal degrado e valorizzarlo come “Casa Crescenzago”, bene pubblico del Quartiere e Palazzo delle associazioni e delle culture, dell’impegno civico e dell’ambiente, della musica e dell’arte”.
Il conflitto con il Comune è ancora in corso e le associazioni ritengono di dover ricorrere alla giustizia amministrativa.
Su questo argomento vedi anche: https://iborghidimilano.it/2023/01/19/crescenzago-il-comune-vende-lex-municipio-ci-ripensi/