SOMMARIO Trenno è stato uno dei Comuni più antichi della Grande Milano, tale fin dal 1257. Non solo: fu anche un’importante capo pieve sempre dal XIII secolo, comprendendo un territorio vastissimo, esteso fino al Lorenteggio a Sud, Musocco e Quarto Oggiaro a Nord, raggiungendo Arese. I borghi inclusi nella Pieve ebbero quasi tutti autonomia comunale e col tempo superarono per importanza Trenno. In buona parte, il territorio si identifica con l’areale della Vepra, un canale derivato dall’Olona già in epoca romana, nonché con le diffuse comunità preromane
di Gabriele Pagani
Risulta sorprendente e forse anche un po’ misteriosa la potenza cui è assurta Trenno nel passato. Fu comune dal 31 marzo 1257 e al tempo stesso sempre nel XIII secolo risulta essere una capo Pieve vastissima. La Pieve è una circoscrizione della chiesa, una suddivisione del territorio rurale esterno alle città, riunente diversi borghi o piccoli comuni sparsi nelle campagne, con una località prevalente come capopieve e dotata di battistero. In seguito, le pievi assunsero significato anche laico e amministrativo, in pratica erano delle piccole province all’interno della diocesi.
Qualche testimonianza archeologica aiuta a dimensionare le vicende del passato. A poco più di un chilometro infatti, durante la costruzione del Cimitero Maggiore, detto di Musocco, è stata scoperta una necropoli – con circa 100 tombe – relativa a una antica popolazione pre-romana, risalente a una imprecisabile epoca. La necropoli richiama la presenza di un villaggio articolato e in rapporto con altri centri come dimostrerebbero le quattro tombe sottratte alla distruzione che contenevano: scodella a fondo emisferico; frammento di vaso gallico in terra bianca colorata in rosso, ad imitazione dei vasi aretini, con simbolo e rosa in rilievo; frammenti di olpe in cotto; altri frammenti di olpe ed oinochoe (1).
Necropoli detta di Musocco, scoperta durante i lavori per il Cimitero Maggiore. Nell’immagine materiali della tomba due (con scodella, vaso gallico ad imitazione di vasi aretini) con reperti sporadici e relativi a una popolazione pre-romana.
L’insediamento, inoltre, sorgeva a poche centinaia di metri dalla riva destra di un canale di epoca romana: la Vepra, che da Lucernate di Rho venne derivato dall’Olona e con quest’ultimo idronimo conosciuta negli ultimi secoli, verso il centro di Milano dove si allocava l’antico porto distrutto dai Goti nel V secolo (2). La Vepra fu un’opera gigantesca, perché il canale era navigabile, quindi con profondità e misure regolamentate con severità e riprese negli statuti consuetudinari. Quale popolo e con quale strategia economica e finanziaria poteva predisporre una iniziativa del genere, cui necessariamente dovevano prevedere, per intuitive ragioni, ingenti investimenti, ragguardevoli quantità di manodopera, quasi sicuramente schiavi o manovalanza assicurata dalle spedizioni belliche. In ogni caso si prefiguravano attività economiche, belliche, commerciali, che lasciavano intendere una società caratterizzata da un attivismo e da slanci operativi di grande respiro.
Andiamo con ordine e cerchiamo almeno di tratteggiare e rilevare gli aspetti più significativi relativi alla località. Il borgo nel XIII secolo risulta essere una capo Pieve ed è tra le più antiche tra questi organismi ecclesiastici, ora non più esistenti, con cessazione con decreto arcivescovile 1321/71 del 13 giugno 1971. Non si sa con precisione quando siano state definite le Pievi, la prima di cui si è a conoscenza è a Leggiuno nell’846 e si raffigura come una sorta sottodiocesi (3). Nel 1298 le Pievi raggiungeranno il numero di 60 e sono:
Agliate, Angera, Appiano, Arcisate, Arsago, Asso, Bellano, Biasca, Bollate, Brebbia, Brivio, Bruzzano, Cannobio, Casorate, Castelseprio, Cesano (Boscone), Corbetta, Corneliano, Dairago, Decimo, Dervio, Desio, Gallarate, Galliano, Garlate, Gorgonzola, Incino, Lecco, Leggiuno, Locate, Mandello, Mariano, Mezzana, Mezzate, Missaglia, Monza, Nerviano, Oggiono, Olgiate (Olona), Parabiago, Pontirolo, Porlezza, Rosate, San Donato, San Giuliano, Segrate, Settala, Seveso, Somma Lombardo, Trenno, Val Capriasca, Val di Blenio (in altre fonti Olivone), Val Leventina, Val Riviera, Valsassina, Val Travaglia, Varenna, Varese, Vigonzone, Vimercate (4).
Le località capo di Pieve alla fine del XIII secolo nella Diocesi di Milano l’ingrandimento relativo a Milano e Pievi confinanti (con Bruzzano e Trenno all’interno dei confini della città).
La Pieve di Trenno, a ridosso di Milano, se non la più antica è certamente tra le prime ad essere fondata e nel 1605 il cardinale Federico Borromeo non manca di rilevarlo, per la chiesa di S. Giovanni di Trenno precisa infatti: “…prepositurali et plebana baptisemalis et antiqua” (5).
Un borgo quindi a capo di una Pieve vastissima e un naviglio, quello della Vepra, di epoca romana. Siamo in un territorio che annovera popolazioni protostoriche che punteggiano la pianura: Canegrate di Parabiago, Scamozzina di Albairate, Golasecca, Appiano Gentile, e che hanno dato origine a culture raffinate tra cui le più pregnanti sono le ben note Civiltà di Golasecca e Civilità di Canegrate. Sappiamo molto di queste popolazioni, ma non a sufficienza per articolare ipotesi solide su antichi commerci e la natura dei rapporti tra queste genti. L’opera che più sorprende è la costruzione di un canale di siffatte dimensioni.
Trenno si trova al centro di un progetto che prevede un’opera ciclopica: costruire un canale che porti l’acqua di un fiume, l’Olona, a Milano. Si tratta di 15 Km, con un salto d’acqua che rende indispensabile un artifizio a chiusa o conca, artifizio conservato presumibilmente con il villaggio della Cassina Chiusa giunta fino ai nostri tempi (distrutta durante l’urbanizzazione del Quartiere Gallaratese dopo la metà del secolo scorso). Non sappiamo quasi nulla di obiettivi e come fosse governata sia nella costruzione sia nella gestione una infrastruttura di queste dimensioni.
Il territorio della Pieve era il più esteso tra quelli conosciuti, giungeva ad inglobare ad iniziare da ovest: Cerchiate, piccolo Comune sulla strada di Rho, Arese, Boldinasco (attuale piazzale Accursio), Lorenteggio (ai confini di Corsico). I villaggi della Pieve erano diciannove, la quasi totalità dei quali ha avuto una sua autonomia comunale. La Pieve di Trenno era composta, oltre che dalla capo Pieve, presso cui ci si doveva recare per il battesimo e altri sacramenti fondamentali, da altre diciotto località, elencate di seguito, con la relativa dedicazione, tutte chiese:
Treno (Trenno): SS. Cornelio e Cipriano; S. Giovanni Battista; S. Maria con altari di S.Giovanni ap. e S. Stefano;
Arexio (Arese): S. Pietro;
ad Baitanam (S. Pietro in Sala, attuale area piazza Wagner – Fiera): S. Pietro ad Salam;
Boldinascho (Boldinasco): S. Giulio;
Cergiate (Cerchiate): SS. Filippo e Giacomo;
Figino de Erta (Figino): S. Materno, S. Martino;
Figino Tavorco, Figino Tavoredo (Torrazza): S. Romano;
Garegniano (Garegnano): S. Cassiano;
Lampogniamo (Lampugnano): S. Marziano; Lampugniano monasterium: S. Maria;
Lorentegio (Lorenteggio): S. Vittore;
Matio, (Mazzo): S. Vittore;
Pantanedo: S. Desiderio;
Pereltinasco: altare S. Materno;
Praisana (Cascina S. Leonardo): S. Leonardo;
Quarto Canino (Quarto Cagnino): S. Giovanni Battista;
Quarto Ugerio (Quarto Oggiaro): S. Nazaro;
Quinto (Quinto Romano): S. Nazaro; Salvazio: altare S. Biagio;
ad Vevram (S. Siro alla Vepra – area piazzale Lotto): S. Siro di Pavia, altari SS. Filippo e Giacomo e S. Nazaro; ad hospitale: S. Maria Maddalena.
Pereltinasco e Salvazio sono località scomparse e mai individuate.
LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI DELLA PIEVE
In epoca comunale molte delle sopracitate località della Pieve riescono ad avere una loro sovranità amministrativa, variamente articolata, a seconda dei periodi storici, come viene sinteticamente specificato e conservano tuttora alcuni tratti che consentono una loro precisa identificazione (dedicazione di una via, nucleo storico perfettamente conservato ecc.).
Boldinasco. Comune dal 1751 al 1808 Decreto Vicereale Circondario esterno 9 febbraio 1808), anno in cui viene soppresso con Decreto vicereale e poi ricostituito nel 1816, dopo le guerre napoleoniche. Nel 1869 il Comune è soppresso e aggregato a quello di Musocco. Dell’antico borgo sono rimasti alcuni edifici sette ottocenteschi in via De Lemene. Il toponimo non è ricordato da alcuna testimonianza evidente, per quel che è noto.
Cerchiate. Comune dal 1170 fino al 1809 (Decreto 4 novembre 1809) quando è unito al Comune di Terrazzano. Ricostituito nel 1816 viene soppresso nel 1928 e aggregato al Comune di Pero nel cui tessuto urbano è attualmente inserito.
Figino. Comune dal 1257. Nel 1809 assorbe i più piccoli Comuni di Quinto Romano e Cassina del Pero, ma due anni dopo l’organismo comunale viene aggregato al Comune di Settimo e, ricostituito nel 1816. Nel 1869 il Comune è soppresso e aggregato al Comune di Trenno. La località ha ancora una sua eleganza antica che lo contraddistingue.
Garegnano. Il Comune di Garegnano Marcido con la frazione Garegnano Corbellaro è attestato dal 1751. Soppresso nel 1808 il Comune, dopo la bufera napoleonica, viene ricostituito nel 1816 sempre con la frazione di Garegnano Corbellaro. Garegnano ha ancora oggi una sua precisa fisionomia, gradevolmente inserito nella città.
Lampugnano. È Comune autonomo dal 1276. Segue le vicende napoleoniche e viene soppresso nel 1808 e ricostituito nel 1816. Nel 1842 viene nuovamente soppresso e aggregato al Comune di Trenno. Il borgo ha mantenuto poco della sua parte originaria in simbiosi con una connotazione urbana di una certa eleganza.
Lorenteggio. La prima citazione di Comune sovrano è del 1751. Il Comune è soppresso nel 1808 e ricostituito nel 1816, per essere poi ancora soppresso nel 1841 e aggregato al Comune di Corsico. Avendo fronteggiato un’urbanizzazione intensa e prepotente, è rimasto solo il cosiddetto Palazzotto e poco più. A parte la dedicazione di una lunga via di scorrimento, è sopravvissuto l’oratorio di San Protaso (IX sec.) all’inizio della via, detto geseta de lusert.
Mazzo. Comune nel 1751, nel 1809 viene soppresso nel 1808 e aggregato al Comune di Terrazzano. Nel 1811 Terrazzano (con Mazzo) diventa frazione di Rho, ma nel 1816 Mazzo ridiventa Comune autonomo e, nel 1841 acquisirà il Comune soppresso di Pantanedo. Nel 1928 il Comune di Mazzo Milanese (per distinguerlo da Mazzo di Valtellina) fu definitivamente soppresso e aggregato al Comune di Rho in cui è ora inserito mantenendo una sua fisionomia.
Musocco. La prima citazione, come cascina, è del 1277 e, come Comune, nel 1751. Nel 1753 Quarto Oggiaro figura aggregato a Musocco. Nel 1841 a Musocco viene aggregato il Comune di Vialba e, nel 1859, i Comuni di Garegnano, Boldinasco, Villapizzone, Cassina Triulza e Roserio. Comune molto vasto e urbanizzato ha mantenuto una sua fisionomia presso il confine con Quarto Oggiaro
Pantanedo. Le prime notizie sull’autonomia comunale di Pantanedo si hanno dal 1751. Nel 1809 viene soppresso e aggregato al Comune di Terrazzano, per tornare ad avere autonomia nel 1816, con soppressione definitiva e aggregazione al Comune di Mazzo nel 1841. Del Comune antico è rimasto poco e inglobato nella cittadina di Rho.
Quarto Cagnino. Le prime notizie sulla presenza del Comune di Quarto Cagnino sono del 1751. Anche Quarto Cagnino segue le vicende napoleoniche con soppressione comunale nel 1808 e ricostituzione nel 1816. Nel 1869 il Comune è definitivamente soppresso e aggregato al Comune di Trenno. Molto caratteristica la via centrale che ha conservato tutto il sapore antico di borghi di periferia.
Quarto Oggiaro. Nel 1751 il borgo risulta essere Comune autonomo e, dopo due anni, dalla documentazione figura soppresso e aggregato al Comune di Musocco. Prevalente il tessuto urbano moderno che si raccorda alla parte storica del Comune originario di Quarto Uglerio.
Quinto Romano. Un documento del 1300 attesta che Quinto Romano aveva già una sua autonomia comunale. Nel 1809 il Comune è soppresso e aggregato a quello di Figino per riavere poi, nel 1816, la propria autonomia amministrativa. Nel 1869 il Comune di Quinto Romano è definitivamente soppresso ed aggregato al Comune di Trenno. È rimasto molto ben conservata e identificabile la parte originaria.
Terrazzano. La prima citazione di Comune autonomo è del 1751 e, nel 1811, perde la sua sovranità, a favore di Rho cui viene aggregato. Nel 1816 riacquista la sua autonomia comunale per perderla definitivamente nel 1928 a favore di Rho. Una piccola parte antica è inserita in un tessuto urbano ambiziosamente moderno.
Torrazza S. Leonardo. Figura Comune autonomo unicamente nel 1753 come Torrazza S. Leonardo, poi la documentazione si fa avara e rileviamo Comune di Trenno con le frazioni Cassina Chiusa, Fagnarello e Torrazza S. Leonardo importante, tra l’altro, per la classificazione con la dignità di frazione attribuita a Cassina Chiusa per le ragioni di cui si è fatto cenno. La parte originaria è praticamente irriconoscibile.
Il Parco di Trenno, uno dei pochi casi in cui si sono conservati elementi del proprio passato economico, in questo caso agricoltura intensiva, con i cosiddetti “edifici” d’acqua, così chiamati nella documentazione d’archivio sette-ottocentesca, costituiti da guide per uscioli di irrigazione, con sottopassi o tombe per deviazioni dell’acqua in senso ortogonale(qui mancanti).
Trenno. La prima notizia di un Comune autonomo a Trenno la si ha da un documento del 31 marzo 1257, trascritto negli Atti del Comune di Milano. L’aggregazione al Comune di Milano è deliberata con R. D. 23 dicembre 1923, n. 2943. Il Comune ha mantenuto molto della sua architettura originale garbata, resistendo agli assalti speculativi che arrivano fino ai margini del vecchio confine e conservando molto delle testimonianze del proprio passato.
Villapizzone. È citato, nei primi documenti rinvenuti come Comune, nel 1751, ma già nel 1536 in un documento conservato nell’archivio parrocchiale si parla di “consoli comunali” che autorizzerebbe una retrodatazione comunque da verificare. Nel 1808 avviene la soppressione e ricostituzione del periodo napoleonico, per essere poi definitivamente soppresso e aggregato a Musocco nel 1867. Molto ben conservata la parte più antica del Comune che si armonizza con la parte moderna.
Vari piccoli Comuni. Nel territorio di Trenno si sono consolidati nel tempo Comuni che sono stati rilevati, dal punto di vista della documentazione d’archivio, solo in qualche occasione e che richiedono quindi approfondite ricerche per poterne definire caratteristiche e tempificazione. Ci limitiamo a segnalarli rimandando alle fonti, segnate in calce, eventuali informazioni supplementari: Comune delle Pobiette, Cassina Chiusa con Fagnano, Cassina Comina, Cassina Caldera, Cassina Cottica, Cagnola. Possono sorprendere Comuni fondamentalmente cascine, ma si tenga conto che alcuni insediamenti avevano considerevoli dimensioni e potevano ospitare decine di famiglie, con i numerosi componenti impegnati a vario titolo nei lavori agricoli e artigianali. La riorganizzazione e la riforma dei cosiddetti Comuni rurali, nota come teresiana, riconsiderò l’intera materia.
Trenno ha conservato, attualmente, molto della sua anima di paese antico. Case basse, patina di nobiltà, ha resistito all’abbraccio di casermoni anonimi e speculazioni edilizie che si stagliano in lontananza su una campagna ora edificata e nota con un toponimo anonimo: Quartiere Gallaratese. Ora ben diversa, ordinata e molto ben vivibile, Trenno e il Gallaratese hanno infatti vissuto il periodo difficile dell’urbanizzazione selvaggia a cavallo degli anni Cinquanta del secolo scorso. Anni incandescenti, con la cittadinanza che rifiutava il ruolo di vittima sacrificale fronteggiando con coraggio palazzinari predatori d’assalto, con assemblee infuocate al Consiglio di Zona e con ronde notturne armate di fischietti che hanno salvato, tra gli altri, il cosiddetto Bosco di via Chiarelli.
Raramente i Piani regolatori di un segmento di città o di una nuova area contemplano il passato. Costa molto meno spianare e costruire. A volte i confini tra illegalità e buona progettazione sono meno marcati. Trenno è un’isola, circondata da ben tre parchi: Parco di Trenno, Bosco in città, Parco delle cave (confinante) e il Parco collinare del Monte Stella, da cui è diviso dalla via Ippodromo su cui insistono monumenti e beni ambientali
MONUMENTI E BENI AMBIENTALI DELLA PIEVE DI TRENNO
Ecco l’elenco per l’area dell’ex pieve di Trenno i Monumenti e beni ambientali vincolati come “Monumenti e i beni ambientali sottoposti a tutela, ai sensi della Seconda parte del Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio” più specificatamente il Quartiere ippico di san Siro, data provvedimento 8-7-2004, progressivo archivio vincoli 860, catasto mappale 688-689269.
Figino, Casa Brivio (casa torre sec. XV) con Z.R., via F.lli Morelli 25-27, data provvedimento 17 4 2007 Fg. 163 mapp. 140 ecc.
- Casa secc. XIII-XIV, via Fratelli Morelli, data provvedimento 30 10 1942, progressivo archivio vincoli 421
Garegnano, Certosa di Garegnano con zona di rispetto tutta generica, vedi A. R. 263, data provvedimento 28-6-1912, progressivo archivio vincoli 28; edificio zona rispetto Certosa provv. 15 2 1955; edificio zona rispetto provv. 12 10 1957 progr. Vincoli 28, fg. 14 mappale 755/b, 871/c, 872/1, 872/2, 873/c, 1646/a, 1925; seguono altre zone rispetto per vie Sapri, Pareto, Garegnano, Autostrada, Pantelleria, tutte al progressivo vincolo 28
Lorenteggio, palazzotto seicentesco già Durini di Monza, Via Lorenteggio 251 angolo Via P. Giordani, data provvedimento 23-7-1984, progressivo archivio vincoli 619, catasto foglio 505 mappali 22-18-13-16-19-20-24.
Milano, ex Boldinasco, Tiro a segno nazionale, Piazzale Accursio, 21, data provvedimento 23/10/1985, progressivo archivio vincoli 618, catasto 179, mappali 43-44-45-46 Milano, Quartiere ippico di san Siro, data provvedimento 8-7-2004, progressivo archivio vincoli 860, catasto mappale 688-689269.
Musocco, Chiesetta di San Giuseppe in Musocco, Via Carlo Ameglio fronte civico 12, data provvedimento 18-7-1986, progressivo archivio vincoli 627, catasto foglio 70 mappale 68.
- Via Mambretti 30, edificio.
- Ex municipio di Musocco, Piazza Santorre di Santarosa, 10, data provvedimento 12-9-2007, progressivo archivio vincoli 9999, catasto foglio 269.
Quarto Cagnino, Cascina Linterno, Via fratelli Zoia 194, data provvedimento 9-3-1999, progressivo archivio vincoli 690, catasto foglio 371, mappale 63.
Quarto Oggiaro, Villa già Scheibler, Via Felice Orsini, data provvedimento 15-3-1969, progressivo archivio vincoli 564, catasto foglio 688-689.
Quinto Romano, Casa con giardino, via Gaetano Airaghi, 27 11 1963, mapp 1568-1564 parte
Roserio, Chiesa di San Giorgio in Roserio, Via Cristina di Belgioioso, data provvedimento 22-4-1995, progressivo archivio vincoli 659, catasto foglio 7, mappale 83.
Trenno, Casa del secolo XV con torre quadrata, via Ratti 17, rinnovo in data 30 5 06 art 10 e 45, data provved. 30 10 1942, arch. Vinc. 423.
- Casa del secolo XVII, via F.lli Gorlini 40, 30 10 1942, vincoli: 420
- via Lampugnano 170-174, edificio Turati, provved. 30 6 1980, vincoli 316, mapp. 72.
Villapizzone, Villa Marietti, Via Negrotto, 21,, data provvedimento 24-9-1988, progressivo archivio vincoli 656, catasto foglio 127, mappale 40-41-42-43-44- 45-46-47-48-49-50-51-52-53-128.
- Villa Radice Fossati, Via Villapizzone, 3, 9, 11data provvedimento 6-11-2007, progressivo archivio vincoli 1081, catasto foglio 125, mappale 80.
Milano, ex S. Siro alla Vepra, giardino via Monte Rosa 12, provved. 6 7 1936, archivio vincoli 269.
NOTE
1 Bolla Margherita, Le necropoli romane di Milano, in “Rassegna di studi del civico museo archeologico e del civico gabinetto numismatico di Milano”, supplemento V, Notizie dal chiostro del Monastero maggiore, Milano, 1988.
2 Solmi Arrigo, L’antico porto di Milano, Archivio storico lombardo, Società storica lombarda, LIV, fasc. IV, p. 466.
3 Colombo Giulio, Pieve, in Aa, Vv. Dizionario della Chiesa Ambrosiana, Vol. V, Ned, Milano 1992, pp. 2807-2818.
4 Vigotti Gualberto, La Diocesi di Milano alla fine del secolo XIII – Chiese cittadine e Pievi forensi nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani” di Goffredo da Bussero, Ed. di storia e letteratura, Roma, 1974.
5 Vazzoler Moreno, Trenno, in “Dizionario della Chiesa ambrosiana”, Ned, Milano, 1993.
Fonti: fondi archivistici citati in nota o ripresi da Pagani Gabriele, Milano e i suoi borghi fuori Porta Vercellina, Edlin, Milano, 2009.
ARTICOLI CORRELATI
Per la storia del borgo e anche comune di Trenno leggi QUI
Per importanti dettagli sui rapporti fra i comuni di Trenno e Garegnano leggi QUI