Mondo Donna da molti anni ha lavorato intensamente per soddisfare il desiderio di valorizzare l’antico Borgo di Quarto Cagnino. Come promotrici finalmente riusciamo nell’intento, applicando una targa commemorativa della Crocetta di Quarto sul muro della casa di Via Fratelli Zoia 51. Mondo Donna lo ha fatto Martedì 17 dicembre alle ore 15, seguito da Spazio Teatro 89, spettacolo di musica e magia con la folck band Iperfaltrak.
La targa dice:
“Questa colonna di granito rosa, sormontata da una croce metallica, sembra sfidare il tempo ergendosi a guardia del borgo di Quarto Cagnino. Non si conoscono le ragioni della sua presenza, ma la data incisa sul basamento – 1746 – evoca epoche lontane e storie dimenticate. E’ raro imbattersi in questa tipologia di opere, dato che furono, per la maggior parte, smantellate dalla città”.
di Giorgio Uberti
Queste opere, comunemente note come “crocette”, fanno parte della tradizione ambrosiana sin dai primi secoli di propagazione del cristianesimo nelle campagne per invocare la benedizione sui campi e sul raccolto oppure, quando poste nelle piazze o nei principali incroci di città e villaggi, per proteggere pellegrini e viandanti.
Altre antiche crocette, con caratteristiche tra loro differenti, poste nelle vicinanze e visibili ancora oggi, si trovano in piazza De Angeli, un tempo importante crocevia e sede dell’antico borgo de La Maddalena e nei centri di Cinisello, Lucernate, Nerviano, Rho e Vittuone, solo per citare i più vicini. Relativamente alla Crocetta di Quarto Cagnino non disponiamo di documenti che attestino l’epoca della fabbricazione e della consacrazione o che ne definiscano la committenza e le ragioni della sua installazione. A causa della mancanza di documentazione storica, si sono originate e diffuse diverse tradizioni, alcune delle quali sono documentate nella bibliografia locale:
1. La tradizione più diffusa riguarda la possibile ricostruzione, avvenuta appunto nel 1746, di una più antica crocetta eretta nell’ambito di una delle due pestilenze di epoca borromaica (1576/1577 o 1629/1632).
2. Un’altra tradizione la identifica quale possibile ricostruzione di un segno sacro posto nell’ambito di uno spazio cimiteriale o di un lazzaretto.
3. Una terza tradizione collega la sua installazione a un segno commemorativo legato a un evento dell’epoca, come le pestilenze che hanno interessato l’Europa nel Settecento, la peste bovina del 1745, o in ricordo di un fatto occorso a un personaggio di rilievo di Quarto Cagnino. L’unico elemento che accomuna tutte le versioni è la data, chiaramente incisa sul basamento.
Nel contesto del fervore episcopale promosso dall’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, si colloca anche l’inizio della lunga pace Teresiana, avviata con la cacciata degli spagnoli proprio nel 1746. Non è quindi difficile ipotizzare che l’erezione della Crocetta possa essere stata favorita quale segno votivo per la fine di un lungo periodo bellico che aveva prostrato il Ducato di Milano.
Quando, nel 1747, vengono date alle stampe le nuove Regole della congregazione e compagnie della Santa Croce le crocette erette nella città e nei Corpi Santi di Milano erano 39, mentre quelle sparse nelle sei regioni in cui era suddivisa la diocesi erano 137. Vent’anni dopo il potere civile austriaco dispose l’abolizione delle immagini sacre e degli altari sulle strade pubbliche considerate di ingombro al traffico cittadino. La Crocetta di Quarto Cagnino si è salvata e da segno prettamente religioso si è trasformato in una presenza memoriale come ci tramandano i racconti raccolti tra gli abitanti o le prime fotografie risalenti alla prima metà del XX secolo.
Proprio qui si incontravano i contadini dopo le lunghe giornate nei campi per un momento conviviale e, in estate, ci si sedeva attorno alla Crocetta per sgranare il granturco. Su questa piazzetta si affacciava anche la bottega del Giacomin, detto il ferrascin , ovvero Giacomo Gervasoni, maniscalco e fabbro ferraio. Nel 1979, nonostante il suolo fosse di proprietà comunale, un’iniziativa abusiva condotta da un privato aveva posto la Crocetta dietro una fitta staccionata in legno. Solo grazie all’affetto e all’attenzione della comunità locale e l’intervento delle istituzioni, nel 1985, il simbolo è stato liberato e lo slargo riqualificato per essere consegnato alle future generazioni.
Attraverso il QR code apposto sulla targa è possibile raggiungere la pagina del sito di Mondo Donna dove trovare il testo storico scritto dal prof. Giorgio Uberti, E’ anche possibile ascoltare la lettura qui: https://www.mondodonna.org/quartocagnino01.html.